Die Schreibtäfelchen von Vindolanda sind interessante Dokumente für die vulgärlateinische Forschung. Hier werden anhand des Briefs an Octavius einige sprachwissenschaftliche Beobachtungen gemacht.
INTRODUZIONE
1.0 Le tavolette di Vindolanda
1.1 Luogo della scoperta
1.2 Datazione
1.3 Interesse scientifico
2.0 Le tavolette di Vindolanda- un caso isolato?
3.0 La lettera di Octavius a Candidus
3.1 Il testo latino
3.2 Testo con interpunzione
3.3 Traduzione
4.0 Interpretazione linguistica
4.1. Fonologia e ortografia
4.1.1 Vocali
4.1.2 Consonanti
4.2 Sintassi
4.2.1 Accusativus pretii
4.2.2 Subordinazione sintattica
4.2.3 Paratassi
4.2.4 Accusativus cum Infinitivo
4.3 Particolarità
4.4 Considerazioni conclusive
5.0 LETTURE
Abbreviazioni
5.1 Letture sulle tavolette di Vindolanda
5.2 Altre letture
5.3 Etimologie
5.4 Dizionari di onomastica e toponomastica
INTRODUZIONE
"...The tablets are a corpus of non-literary Latin composed during a relatively short period in or near a single outpost of the Empire. There is evidence that the authors of the documents were not of uniform social (or military) status [...] The term 'Vulgar latin', implying as it does a unity of sorts, cannot without qualification be used of the output of such a disparate group."
Alan K. BOWMAN, 19951
Le tavolette lignee di Vindolanda- pomo di discordia? C'è una controversia nella discussione scientifica sul come interpretare le tavolette britanniche trovate di recente e tutt'ora allo studio. Le tavolette sono già documenti volgari rivelando elementi di protoromanzo o si tratta di una latinità di formato classico che ha carattere tecnico2 ?
L'obiettivo di questa tesina non può essere di trovare una soluzione a questo problema. Si intende piuttosto dimostrare il carattere linguistico in base a un testo vindolandese scelto che, dopo un breve commento generale sulle tavolette di Vindolanda, verrà tradotto e poi analizzato e interpretato. Alla fine della tesina si troverà un elenco di letture distinte per argomento.
1.0 Le tavolette di Vindolanda
Le tavolette di Vindolanda che, all'inizio, erano solo di importanza marginale nella linguistica latina, attraggono sempre di più l'interesse degli studiosi. Si tratta intanto di più di 2000 tavolette3, per la maggior parte ancora inedite che rafforzano ed allargano la nostra conoscenza del latino. Sono elenchi, rendiconti, rapporti militari e lettere scritti su tavolette lignee (betulla e ontano). I fogli, per lo più incisi con inchiostro, sono accostati così che le due parti scritte si toccano e così l'inchiostro produce degli effetti di "off-set" sull'altro foglio rendendo perciò la lettura della scrittura antico-romana corsiva, già difficile da leggere, ancora più difficile.
1.1 Luogo della scoperta
Robin BIRLEY scoprì le tavolette quando negli anni 70 e 80 avviò degli scavi a Vindolanda, un posto militare romano nel moderno Chesterholm, al sud del vallo di Adriano. La Britannia, essendo diventata una provincia romana solo nel 43 d.C. sotto l'imperatore Claudius, era nell' imperium un "newcomer"4 e per questo motivo solo la parte sud-est della Britannia (limitata dal cosiddetto Fosse Way, da Lincoln a Exeter) era occupata dai romani. Dopo un progresso graduale al nord della Britannia negli ultimi tre secoli del primo millennio si era stabilito un confine settentrionale lungo la cosiddetta Stanegate Line, dove si trova in posizione centrale Vindolanda. Anche dopo la costruzione del vallo di Adriano sotto il regno di Adriano dal 117 d.C., Vindolanda non perse l'importanza militare: fu infatti ampliato in un forte di pietra.
1.2 Datazione
Ci sono diversi strati da distinguere5:
Abbildung in dieser Leseprobe nicht enthalten
Queste conoscenze archeologiche aiutano a datare i testi trovati secondo lo strato in cui sono stati scavati; il loro contenuto, sul fronte linguistico, conferma i dati archeologici.
La maggior parte delle tavolette è stata trovata nella corte del praetorium (periodo 3 = AD 97- 104), la residenza di Flavius Cerialis, prefetto della 9. cohors Batavorum, un'unità che era stata reclutata nei Paesi Bassi, spiega BOWMAN nella sua Newsletter più recente6. Qui esisteva un fuoco dove venivano distrutti dei documenti non più valevoli quando l'unità doveva cambiare luogo. Il fatto che le tavolette di Chesterholm siano sopravvissute è almeno in parte dovuto alla probabilità che il fuoco sia stato estinto dalla pioggia prima che le tavolette fossero distrutte. Altre tavolette sono state trovate in una sorta di letamaio, leggibili malgrado le condizioni chimiche difficili.
1.3 Interesse scientifico
All'inizio, le tavolette vindolandesi hanno attratto principalmente l'interesse degli studiosi britannici. Dopo la pubblicazione del volume BOWMAN, Alan K./THOMAS, J. David, 1983,
Vindolanda: The Latin Writing-Tablets, britannia monograph series, no 4. London, si nota una risonanza internazionale. Una bibliografia aggiornata si trova alla fine (§ 5.0).
2.0 Le tavolette di Vindolanda- un caso isolato?
Inizialmente si è posta naturalmente la questione se le tavolette di Chesterholm siano un fenomeno singolare o se siano state trovate altre tavolette di questa specie in Gran Bretagna. BOWMAN/THOMAS, 1983, dà un elenco soddisfacente di tutte le tavolette prima di varie aree geografiche, poi concentrandosi su quelle trovate in Gran Bretagna. Le vorrei elencare qui:7
-Tre tavolette pubblicate da COLLINGWOOD, 1930, "London in Roman Times", London Museum Catalogue 3: 54-8. Un giuramento invocando l'imperatore Domiziano, una parte di un credito o acquisto e un testo di natura insicura. Tutte queste tavolette sono scritte a stylus e forse tutti sono testi di natura legale.8
-SMITH, R.A., 1934-5, "Relics of Londinium", BMQ 9 : 95-6 descrive tre tavolette, di cui la terza ha un'iscrizione incisa.
- Tre tavolette pubblicate da RICHMOND, I.A., 1953, "Three Roman writing-tablets from London", AntJ xxxiii: 206-8, di cui due non sono leggibili. La terza, datata al primo o secondo sec. AD ha all'esterno la parola Londinio. Sei linee di scrittura all'interno presentano il testo come lettera d'affari riguardante la vendita di una schiava.
-TURNER, E.G./SKUTSCH, O., 1960, "A Roman writing-tablet from London", JRS 50: 108-11 descrive una tavoletta scritta con inchiostro del tardo primo sec.
-PAINTER, K., 1966-7, BMQ 31: 101-10 elenca sette tavolette dalla Britannia: le tre pubblicate da RICHMOND, le tre descritte da SMITH.e una nuova di cui non è detto se contiene una scrittura.
-il City of Birmingham Museum è in possesso di due tavolette, tutte e due del tipo stylus, che originariamente sono state trovate a Londra (Walbrook). Contengono delle tracce di scrittura incisa.
Cito il resto dell'elenco9 completandolo con risultati miei:
- Nel 1956 una tavoletta fatta di larico è stata scoperta a Somerset. Questa è del tipo stylus ma il suo testo è scritto con inchiostro. La scrittura suggerisce che sia del terzo sec. Il contenuto è di nuovo legale (E.G.TURNER, 1965, JRS xlvi:115-8).
- Un'altra tavoletta di Londra è stata pubblicata nel 1960. Anch’essa è scritta con inchiostro e gli argomenti paleografici e archeologici suggeriscono la datazione nel tardo primo secolo presentandola così grosso modo contemporanea dei documenti di Vindolanda. Contiene una lettera privata (E.G.TURNER, 1960, JRS 1:108-11).
- Dei frammenti di tavolette lignee, su alcune delle quali si troverebbero delle tracce di scrittura incisa. Luogo di scoperta è Corbridge (C.M. DANIELS, 1968, Arch. Aeliana (fourth series) xlvi:118)10.
- Il Museum of London possiede alcune tavolette frammentarie che sono paragonabili alle "leaf tablets" (tavolette a carattere di foglio) di Vindolanda e che contengono delle tracce di scrittura (H. CHAPMAN, 1974 , The London Archaeologist 2, No. 7:176)." Si hanno poi informazioni su tavolette non pubblicate11.
Il volume II (BOWMAN; Alan K./THOMAS, J. David, 1994, The Vindolanda Writing-Tablets (Tabulae Vindolandenses II) with contributions by J. N. Adams. London) non consente di sapere se nuovi documenti si sono aggiunti a quelli menzionati sopra o meno, essendo quest'opera priva di una delineazione dello stato di ricerca attuale. Nel marzo 1997 la rivista italiana FOCUS12 ha riportato che esistono delle tracce sorprendenti di una presenza militare dei romani in Irlanda. Naturalmente questa notizia faceva supporre che questa costatazione si basasse sulla scoperta di testi scritti. Sfortunatamente un'ampia ricerca di informazioni scientifiche in Internet ha poi negato questo suggerimento: non era per la presenza di documenti scritti ma per quella di oggetti militari che si parlava di romani in Irlanda. Per conoscere lo stato della ricerca attuale si sono analizzate sistematicamente le bibliografie stampate nelle opere più recenti su Vindolanda, i riassunti dei Journal of Roman Studies dal 1983 (anno di pubblicazione del rapporto più recente
- Di recente alcune tavolette sono state scoperte in una cava di ghiaia a Lechlade (Gloucs.). Sono molto interesanti perché sono paragonabili a quelle vindolandesi e sono scritte con inchiostro (informazione fornita gentilmente da Dr. R.S.O. TOMLIN).
- Un picolo numero di tavolette simili è stato trovato a Ribchester ma non abbiamo nessuna informazione sul fatto che contengano un testo scritto o no (informazione fornita gentilmente da Dr. T.W. POTTER)
- Degli scavi recenti a Carlisle hanno portato alla luce una dozzina di tavolette per la maggior parte del tipo stylus ma in uno o due casi rivelando scrittura incisa con inchiostro (informazione fornita gentilmente da Dr. M. Mc CARTHY). 12no. 52, febr. 1997: p. IX sulle ricerche) al 1996, eventuali recensioni in Gnomon ed i volumi da 52 a 63 di Ann é e philologique (1983-1994)13 ai paragrafi di epigrafia e papirologia. I risultati però sono scarsi e non ho potuto aggiungere molto all'elenco del Britannia Monograph No. 414.
3.0 La lettera di Octavius a Candidus
Il testo deriva dal periodo IV, dunque è da attribuire agli anni 105-125. Siccome la parte conclusiva, che viene normalmente scritta da una seconda mano15, è scritta dalla stessa mano come il resto, gli editori suppongono che la lettera fosse scritta da Octavio stesso16. La lettera presenta diverse tendenze corsive e occasionalmente delle legature e distorsioni della forma delle lettere. Inoltre ci sono parecchie macchie d'inchiostro (off-sets) che fanno pensare ad un frettoloso ripiegare delle due parti prima che l'inchiostro fosse asciutto.
[...]
1 ADAMS, James N., 1995:129
2 ADAMS (ibid.) scrive: "It is ...a mistake to approach the Latinity of the tablets as if they were a specimen of 'Vulgar Latin'" rivolgendosi a PETERSMANN che, nel caso dei documenti vindolandesi, parla di latino volgare (PETERSMANN, H., 1992:286f). ADAMS ammette che "the influence of spoken varieties of the language can be detected in some misspellings, and in aspects of the syntax, morphology, and lexicon of the tablets" (ADAMS, 1995:87).
3 HERMAN, 1997.
4 Come dice BOWMAN, 1983:9.
5 secondo BOWMAN/THOMAS, 1994:17 che aggiornava l'antica distribuzione di BOWMAN, 1983. 6BOWMAN: Newsletter No 2 del Centre for the Study of Ancient Documents che si trova in Internet all'indirizzo: http:// www.csad.ox.ac.uk/csad/Newsletter.html
6 BOWMAN: Newsletter No 2 del Centre for the Study of Ancient Documents che si trova in Internet all'indirizzo: http:// www.csad.ox.ac.uk/csad/Newsletter.html
7 Estratto da BOWMAN/THOMAS, 1983:34.
8 Si dovrebbe menzionare anche JOHN, C., 1921, "A Roman Writing Tablet from London", AntJ liv:290-1 che dà una descrizione di una tavoletta lignea del primo o inizio secondo sec. AD di Walbrook.
9 BOWMAN/THOMAS, 1983:35.
10 Cf. BISCHOP, M.C./DORE, J.N., 1988, Corbridge excavation of the Roman fort and town 1947 -80, London.
11 - Una o due tavolette del tipo stylus sono state reperite in scavi nel quartiere londinese di Southwark (secondo le informazioni di Sg. M.G. DENNIS).
12 no. 52, febr. 1997: p. IX
13 Per le informazioni sul volume 64, ancora inedito, sono riconoscente ai collaboratori dell' Ann é e philologique Heidelberg.
14 BOWMAN/THOMAS, 1983 (p.34, ann. 18) ammettono la difficoltà di completezza: "This list is unlikely to be exhaustive since there are, no doubt, many examples in various museums which have not been reported (whether or not they contain any writing is another matter). We have not included five stylus tablets from the Walbrook which are now in the Royal Ontario Museum (photographs kindly supplied by the Museum do not reveal any traces of- writing). Note the implication of H. CHAPMAN, The London Archaeologist 2 (1974), No. 7, p.176, that there are many fragments in the collections of museums in London ".
15 Si suppone che la maggior parte delle lettere vindolandesi sia stata dettata, seguita poi da saluti finali scritti personalmente (ADAMS, 1995:87).
16 BOWMAN/THOMAS/ADAMS, 1990:41. 17ADAMS, 1995:130
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