Comunicare è lo scopo principale per cui impariamo e insegniamo la lingua. Dal momento che alcuni insegnanti ancora adottano gli approcci grammaticali o linguistici per insegnare una lingua seconda, ho voluto dedicare il mio lavoro di tesi a mettere in evidenza il fatto che la comunicazione è una operazione assai complessa che non si esaurisce in uno scambio di parole o frasi grammaticalmente giuste. Tale operazione si realizza, infatti, in contesti socioculturali in cui gli interlocutori interagiscono intrecciando frasi, gesti, atteggiamenti, nell’interazione gli uni con gli altri.Nel primo capitolo di questo lavoro presento il dibattito tra il concetto di competenze linguistica di Chomsky e il concetto di competenza comunicativa di Dell Hymes, sottolineando come quest’ultima rappresenti l’uso effettivo della lingua nella dimensione socioculturale. Nel secondo capitolo verranno descritte le abilità linguistiche che traducono la competenza comunicativa nel ‘‘saper fare la lingua’’. Questo capitolo, che costituisce la parte centrale di questo lavoro, è dedicato anche alla descrizione di alcune tecniche che l’insegnante può utilizzare per l’insegnamento di abilità linguistiche e comunicative. Per ognuna delle abilità che si intendono sviluppare nella L2 attraverso l’approccio comunicativo si è scelto di illustrare una tecnica specifica.
Indice
Introduzione
Il primo capitolo: Verso I'insegnamento comunicativo: Teorie e modelli
1.1 Chomsky: il concetto di competenza linguistica
1.2 La Competenza Comunicativa
1.3 Il modello di Canale e Swain
1.3.1 La competenza linguistica (o grammaticale)
1.3.2 La Competenza sociolinguistica
1.3.3 La competenza discorsiva
1.3.4 La competenza strategica
1.4 Il modello di Bachman e Palmer
1.5 Il modello di Balboni
1.6 L'insegnamento comunicativo della lingua
Il secondo capitolo: Tecniche glottodidattiche
2.1 Una mappa delle abilita linguistiche
2.2 Le abilita ricettive: La comprensione orale e scritta
2.3 LEGGERE
2.3.1 Tipi della lettura
2.3.2 La lettura come processo cognitivo
2.4 Il cloze test: Origine e definizione
2.4.1 Il cloze test classico e il cloze test mirato:
2.5 ASCOLTARE
2.5.1 L'ascolto e un processo attivo
2.5.2 La comprensione orale: strategie di decodificazione
2.6 Didattica dell'ascolto in L
2.7 La domanda di comprensione come tecnica didattica
2.8 Le abilita produttive
2.9 PARLARE
2.9.1 I requisiti del buon parlante
2.9.2 Il foreign talk ed il teacher talk
2.10 Il Roleplay
2.10.1 I Vantaggi del Roleplay
2.10.2 Gli Svantaggi del Roleplay
2.11 SCRIVERE
2.11.1 La scrittura: modelli psicologici cognitivi
2.12 La correzione del testo scritto da parte dell'insegnante
Conclusione
Bibliografia
INTRODUZIONE
Comunicare e lo scopo principale per cui impariamo e insegniamo la lingua. Dal momento che alcuni insegnanti ancora adottano gli approcci grammaticali o linguistici per insegnare una lingua seconda, ho voluto dedicare il mio lavoro di tesi a mettere in evidenza il fatto che la comunicazione e una operazione assai complessa che non si esaurisce in uno scam bio di parole o frasi grammaticalmente giuste. Tale operazione si realizza, infatti, in contesti socioculturali in cui gli interlocutori interagiscono intrecciando frasi, gesti, atteggiamenti, nell'interazione gli uni con gli altri. Per questo motivo, attraverso una serie di riflessioni, nel primo capitolo di questo lavoro presento il dibattito tra il concetto di competenze linguistica di Chomsky e il concetto di competenza comunicativa di Dell Hymes, sottolineando come quest'ultima rappresenti l'uso effettivo della lingua nella dimensione socioculturale. Il capitolo si focalizza poi sulle componenti ed alcuni modelli descrittivi della competenza comunicativa in ambito glottodidattico, come il modello di Canale e Swain (1980) e il modello di Bachman (1990). Alla fine di questo capitolo, presento l'applicazione del concetto di competenza comunicativa nella didattica delle lingue moderne, ossia l'insegnamento comunicativo della L2.
Nel secondo capitolo verranno descritte le abilita linguistiche che traducono la competenza comunicativa nel "saper fare la lingua''. Questo capitolo, che costituisce la parte centrale di questo lavoro, e dedicato anche alla descrizione di alcune tecniche che l'insegnante pud utilizzare per l'insegnamento di abilita linguistiche e comunicative. Per ognuna delle abilita che si intendono sviluppare nella L2 attraverso l'approccio comunicativo si e scelto di illustrare una tecnica specifica. Le tecniche descritte sono il cloze test, le domande di comprensione, il roleplay e la correzione degli errori, rispettivamente per le abilita di lettura, ascolto, parlato e scrittura. Per prima cosa, saranno discussi i modelli che illustrano i processi cognitivi coinvolti nell'esercizio di ciascuna abilita e si dara una definizione del concetto di "tecnica" in glottodidattica. Si discutera il modello tradizionale o quadripolare delle abilita linguistiche, che divide le quattro abilita in due assi: abilita ricettive (leggere e ascoltare), abilita produttive (parlare e scrivere).
Le abilita ricettive sono tradizionalmente le abilita di comprensione orale e scritta, centrali per ogni apprendimento. A queste abilita e dedicata la parte iniziale del capitolo, in cui si porranno in rilievo gli elementi fondamentali del processo della comprensione orale (l'enciclopedia, i processi logici e \'expectancy gramma.r). Successivamente, saranno illustrate alcune definizioni dell'abilita della lettura e comprensione scritta, ponendo attenzione a cio che l'accomuna all'abilita di comprensione orale. La lettura e la comprensione dei testi sono abilita fondamentali sia per accedere ai nuovi saperi relativi ai vari ambiti disciplinari sia per interagire in modo adeguato nell'ambiente sociale. Inoltre, la lettura e uno strumento importantissimo, attraverso il quale promuovere la crescita personale degli studenti, tramite la scelta di testi adeguati alla loro eta, ai loro interessi e ai loro bisogni. In seguito, si passera ai vari scopi e tipi di lettura, (lettura per l'apprendimento, lettura per il piacere di leggere ecc.) e verranno trattati nel dettaglio i processi cognitivi e complessi che il lettore compie durante l'atto della lettura. Per questa abilita, la tecnica selezionata e la procedura cloze, intesa come una tecnica d'insegnamento per lo sviluppo dell'abilita della lettura. Se ne illustrera l'origine e i diversi tipi.
La seconda abilita ricettiva trattata e l'ascolto. Saper ascoltare e un'abilita importante ed estremamente utile nella vita. E indispensabile durante il percorso scolastico, nelle varie circostanze personali, e insostituibile nelle relazioni con gli altri, siano essi coetanei, genitori, figli ecc. La comprensione di testi orali si differenzia dalla comprensione di testi scritti per alcuni aspetti specifici del testo orale, quali la fonologia, l'accento, il ritmo, la struttura del discorso. Si fara riferimento ai processi della comprensione orale e le strategie di comprensione: top-down e bottom-up. L'analisi di queste strategie aiuta il docente a capire l'abilita in questione a livello cognitivo e, quindi, a pianificare e organizzare la lezione di ascolto. Si passera poi alla didattica dell'ascolto in L2: verra proposto un modello di organizzazione della lezione di ascolto secondo tre fasi (pre-ascolto, durante l'ascolto e post-ascolto) e si illustrera il ruolo delle "domande di comprensione" come una tecnica per lo sviluppo dell'abilita di ascolto, spiegando con alcuni esempi come l'insegnante pud usare tale tecnica nelle fasi accennate sopra.
Parlare e scrivere sono abilita di tipo produttivo: chi parla o scrive si impegna a formulare un messaggio con modalita adeguate e contenuti ben organizzati. Sulla base di alcuni parametri verra illustrata la differenza tra lo scritto e il parlato. Successivamente, si definiranno le caratteristiche del parlato dell'insegnante di L2 (il teacher talk). Una sfida per i docenti di L2 e insegnare agli studenti l'abilita di parlare e dialogare. Una tecnica ideale per incoraggiare gli studenti ad usare la lingua in contesti simili alla vita reale e il roleplay. Nel capitolo verra offerta una definizione di questa tecnica, se ne illustreranno gli obiettivi didattici, le fasi di preparazione dell'attivita del roleplayed, infine, i vantaggi ed i svantaggi.
L'ultima abilita di cui si parlera e la scrittura: cos'e la scrittura, quali sono i nuovi contesti della scrittura ed i modelli psicologici e cognitivi della scrittura. In particolare, si fara riferimento al modello di Hadey e Flower, Bereiter e Scardamalia (1987). Per quanto riguarda la scrittura, affronteremo la tecnica della correzione degli errori. Si accennera al dibattito relativo all'efficacia della tecnica della correzione e verranno delineati in dettaglio, con alcuni esempi, i vari tipi di feedback correttivo: diretto, indiretto, metalinguistico, focalizzato e non focalizzato ed infine il recast.
L'ultimo capitolo e dedicato alle conclusioni.
Il PRIMO CAPITOLO
Verso I'insegnamento comunicativo: Teorie e Modelli
1.1 Chomsky: il concetto di competenza
Nel 1975 Chomsky pubblica un'opera, Le Strutture della Sintassi, che rappresenta una vera e propria rivoluzione nella scienza del linguaggio. Lo studioso americano espone una teoria sintattica secondo la quale qualsiasi lingua risulta composta da frasi nucleari e da frasi non-nucleari, complesse, derivabili dalle prime attraverso operazioni che, con un termine di origine matematica, vengono chiamate "trasformazioni". La grammatica deve "generare" tutte le frasi complesse, di una lingua in base alle "trasformazioni" delle frasi nucleari. Chomsky distingue nel linguaggio verbale due distinti livelli: uno piu astratto, che costituisce l'oggetto della grammatica generativa, e uno piu concreto, costituito dall'effettiva produzione linguistica del parlante reale. Questa dicotomia, ripresa successivamente in Aspett della teoria della sintassi (1964) e precisata come la distinzione fra "competenza" (competence), cioe il sistema di regole linguistiche generali possedute dal parlante ideale, e "esecuzione" (performance), cioe l'uso effettivo della lingua in situazioni concrete.
Il sostantivo "competenza" deriva dal verbo 'competere'. Questo ultimo, di origine latina cum-petere, indica "il sistema di conoscenza implicita su cui si basa la produzione e la comprensione degli enunciati di una lingua da parte di un parlante''1. In altre parole, utilizzando le parole di Desideri2, possiamo definire la competenza come segue: quel sistema di regole, inteso come apparato di processi e di meccanismi di funzionamento specifico della mente umana, che permette all'individuo di comprendere e produrre un numero teoricamente illimitato di frasi, anche mai udite prima, ben formate secondo le regole stesse.
La "competenza" intesa da Chomsky e un concetto diverso da quello che Ferdinand De Saussure ha definito ''tongue': questa e un fatto sociale, e "l'insieme dei segni usati dai membri di una medesima comunita linguistica'' (Federico, 2015). La tongue e la competenza non si equivalgono, dal momento che Saussure concepisce la langue come un fattore appartenente alla collettivita, laddove Chomsky stabilisce che la competenza e un fattore individuale, essendo innata e dipendente da un meccanismo cerebrale che Chomsky ha definito LAD (o Language Acquisition Device). Secondo la teoria innatista-cognitivista chomskiana, il LAD (Language Acquisition Device) e il Dispositivo di Apprendimento della Lingua con cui viene denominato il meccanismo innato di acquisizione linguistica, specifico dell'essere umano. Secondo questa teoria, il nostro cervello annovera un apparato di acquisizione del linguaggio e una Grammatica Universale (GU) comuni a tutte le lingue, per cui la struttura della frase e l'ordine che governa i legami tra gli elementi linguistici rispettano una precisa logica interna. In risposta ai dati empirici provenienti dall'ambiente, la mente del bambino crea quindi una grammatica che assegna dei valori a tutti i parametri, producendo una delle lingue umane a disposizione. All'inizio del processo la mente del bambino e aperta ovviamente verso ogni lingua possibile, al termine essa perviene all'acquisizione di una lingua particolare.
Il LAD, insomma, e un programma biologico, congenito, utilizzato per apprendere la lingua, una serie di regole relative a una grammatica universale contenente la descrizione degli aspetti strutturali condivisi da tutte le lingue naturali. L'acquisizione del linguaggio, dunque, secondo Chomsky non avviene per imitazione del linguaggio adulto, ma e un processo attivo di scoperta di regole e di verifica di ipotesi. Le ipotesi di partenza sono in numero limitato e gia presenti nel LAD: questo spiega la rapidita con cui si impara a parlare e il fatto che le tappe dello sviluppo linguistico siano le stesse in tutte le culture e le classi sociali. In contrapposizione alla competenza, e l'esecuzione (performance), o "I'uso effettivo della lingua in situazioni concrete" (Chomsky, 1965 [1970: 45]), cioe I'utilizzazione materiale che ogni parlante fa della propria lingua nelle diverse e molteplici circostanze comunicative. Nel suo libro Aspetti della teoria della sintassi, Chomsky sostiene: "Per studiare l'esecuzione linguistica effettiva, dobbiamo considerare l'interazione di vari fattori, e la competenza sottostante del parlante - ascoltatore non e che uno di essi. [...] Facciamo quindi una distinzione fondamentale tra la competenza (la conoscenza che il parlante - ascoltatore ha della sua lingua) e l'esecuzione (l'uso effettivo della lingua in situazione concrete'' (Chomsky, 1979: 44-45)
Nelle esecuzioni effettive, secondo Chomsky oltre alla competenza, intervengono, anche altri fattori come le convinzioni extralinguistiche, il contesto, la struttura cognitiva con le limitazioni mnemoniche e altro. Riprendendo la distinzione di Chomsky, Paprella sottolinea come non sempre l'esecuzione effettiva rispecchi pienamente la competenza acquisita: "Pud accadere, infatti, che un soggetto, pur fornito di un alto livello di competenza linguistica, possa esprimere un performance modesto in certe determinante situazioni di contesto o per effetto di specifiche interferenze emotive o per il richiamo forzato di risorse aggiuntive (dati di memoria, ad esempio). La performance nasce e si definisce a partire da interazione di vari fattori, alcuni anche del tutto contingenti; e la competenza e soltanto uno di questi fattori'' (Paprella, 2005:168).
Il motivo per cui la performance di un parlante - ascoltatore non possa identificarsi con la sua competenza e attribuito a "false starts, deviations from rules, change of plans in mind-course, and so on'' (Chomsky, 1965: 4) che rendono un'esecuzione mai perfettamente assimilabile alla competenza3 sottostante.
1.2 La Competenza Comunicativa:
II successivo, influente, arricchimento del concetto di competenza e da ascriversi all' etnologo Dell Hymes, il quale critica il concetto di competenza di Chomsky alla luce del piu ampio concetto di "competenza comunicativa'' (communicative competence), estende il concetto di competenza chomskiana alla dimensione sociale della lingua e al contesto (competenza d'uso) in cui il fenomeno linguistico si realizza. Nel suo studio, Hymes sostiene che non e possibile analizzare una lingua come un corpo omogeneo e immutabile, riducendola a una semplice combinazione di forma e significato e cercando di spiegare soltanto le relazioni esistenti tra le due dimensioni. E ovvio, quindi, da questo punto di vista, che "un'adeguata competenza comunicativa [...] implica, naturalmente tener conto di certi fattori extralinguistici come il ruolo dei parlanti, il luogo ed il tempo in cui si sviluppa l'atto comunicativo'' (Lenarduzzi, 1989:238). Cio e particolarmente evidente quando si analizza una frase grammaticalmente identica che puo assumere diverse funzioni (ordini, dichiarazione, richiesta, ecc.) a seconda del contesto e delle intenzioni comunicative.
Hymes rappresenta il concetto della competenza comunicativa come la "capacita" del parlante di esprimere giudizi sul proprio enunciato e di scegliere fra tutte le forme linguistiche a sua disposizione quelle «che riflettono in modo appropriato le norme sociali che governano il comportamento in situazioni specifiche» (Hymes, 1972: 270). Cio e l'insieme delle regole di natura psicologica, sociale e culturale che permettono all'utente di una lingua di produrre messaggi appropriati alla situazione. Per Hymes conoscere una lingua non significa solo avere interiorizzato il sistema di regole che ci permette di produrre e capire un numero infinito di frasi in quella lingua, ma anche possedere la capacita di farne uso nel contesto in cui si trova, e cioe sapere «quando parlare, quando no, per dire che a chi, quando, dove, in che modo» (Hymes 1972: 277). Il parlante/scrivente quindi conosce anche le regole d'uso che gli permettono di produrre messaggi appropriati alla situazione e di interpretarli in modo adeguato nel contesto in cui li ascolta o legge.
Secondo Hymes, qualunque produzione linguistica deve rispondere a quattro requisiti fondamentali:
- Deve essere formal mente possible, ovvero deve essere formalmente corretta.
- Deve essere fattibile, cioe strettamente vincolata alla cultura e alle sue regole: si deve poter fare in una certa cultura, deve essere accettata cultural mente. Significa che un locutore deve essere in grado di produrre messaggi non solo grammatical mente corretti, ma anche culturalmente accettabili.
- Deve essere realizable in un certo contesto, e si intende che una frase potrebbe essere costruita in modo corretto dal punto di vista grammaticale, ma non essere concretizzabile nel contesto d'uso perche troppo complessa.
- Deve essere effettivamente realizzato, rimanda all'ipotesi che qualcosa possa essere possibile, realizzabile, appropriato, ma non trovare necessariamente una sua concretizzazione nel corpus di quella lingua (Hymes 1972: 281-286).
Hymes introduce tre elementi di novita rispetto al concetto di competenza linguistica. In primo luogo, sostituisce «l'unita di analisi costituita dalla frase con un'unita piu ampia - l'evento linguistico - che chiama in causa tutta una serie di fattori che compongono la 'situazione sociale' in cui l'evento ha luogo» (Ciliberti 1995: 149). In secondo luogo, allarga gli ambiti delle conoscenza necessarie a chi usa la lingua: non e sufficiente conoscere il sistema formale della lingua, e necessario 'conoscere' le norme sociolinguistiche che governano i rapporti sociali e le interazioni nelle diverse situazioni comunicative. Infine, oltre alle conoscenze, Hymes include nel concetto anche le abilita d'uso: non basta 'conoscere' delle regole per essere in grado di comunicare, e necessario avere la capacita di metterle in atto. La competenza comunicativa e una combinazione di "(tacita) conoscenza e (capacita dO uso '' (Hymes 1972: 282).
Dell Hymes, considerato come il fondatore dell''etnografia della comunicazione4 che ha come oggetto di studio l'interrelazione tra cultura e usi linguistici, ha stabilito il rapporto tra le specificita dell'uso linguistico e la comunita attraverso Xevento comunicativo considerato come l'unita d'analisi e dice: Il punto di partenza e dato dall'analisi etnografica del comportamento comunicativo di una comunita. Bisogna determinare che cosa pud contare come evento comunicativo, e come suo componente, e non considerare come comunicativo alcun comportamento che non sia definito da un qualche contesto e da una domanda implicita. In tal modo l'evento comunicativo risulta centrale.5
Il termine "evento comunicativo", di cui Hymes aveva in un primo tempo fatto uso fu in seguito abbandonato, ed al suo posto fu introdotto quello di evento linguistico (speech event). Tra gli esempi di eventi linguistici e possibile annoverare il cicaleccio al bar, una lezione, una conversazione telefonica, il dibattito parlamentare, la festa di compleanno, la messa in chiesa, un'intervista, raccontare una barzelletta; si tratta di attivita in cui la lingua svolge un ruolo essenziale nella definizione stessa di cid che sta accadendo - se eliminiamo la lingua, cioe, l'attivita non pud aver luogo. Le situazioni Unguistiche, all'opposto, sono attivita nelle quali la lingua gioca un ruolo secondario. Tra gli esempi di situazioni linguistiche possiamo elencare una partita di calcio, una corsa in autobus, una visita ad una galleria d'arte.
L'antropologo Dell Hymes ha elaborato uno strumento importante per lo studio della comunicazione in un contesto culturale: il modello SPEAKING, che si rifa in modo esplicito al modello di evento linguistico di Jakobson (aggiungere anno di pubblicazione). Questo modello individua le componenti universali del contesto in cui si svolge ogni forma di comunicazione. SPEAKING e un acronimo formato dalle iniziali di situation, participants, ends, act, sequences, key, instrumentals, norms e genres'. "(S) Setting including the time and place, physical aspects of the situation. (P) Participants identity including personal characteristics such as age and sex, social status, relationship with each other. (E) Ends including the purpose of the event itself as well as the individual goals of the participants. (A) act, sequence or how speech acts are organized within a speech event and what topic/s are addressed. (K) Key or the tone and manner in which something is said or written. (I) instrumentalities or the linguistic code i.e. language, dialect, variety and channel i.e. speech or writing. (N) Norm or the standard socio-cultural rules of interaction and interpretation and (G) genre or type of event such as lecture, poem, letter. (Farah, 1998: 126) Situation: indica l'ambientazione dell'evento comunicativo definito dalle coordinate spazio-temporali (setting), e indica la cornice culturale (scend) dello stesso evento; ad esempio un incontro di servizio in una libreria italiana.
Participants, nella partecipazione all'evento linguistico si definiscono i ruoli di parlante (speaker) - che pud essere solo portavoce -, mittente (addressor) - la fonte del messaggio -, ascoltatore (hearer) e reale destinatario (addressee), cid e importante distinguere fra chi parla e chi e considerato emittente del messaggio, come fra chi ascolta e chi e considerato il ricevente del messaggio: nel caso dell'incontro di servizio, il commesso pud parlare bene di un libro con un collega (ascoltatore), con lo scopo di convincere il cliente (reale destinatario del suo messaggio) a comprare quel libro. Si definiscono i ruoli sociali, che si riflettono in scelta di registro: ad esempio, il cliente e il commesso possono decidere, sulla base dell'eta, del sesso, del ragno sociale, di usare il (Lei) o il (tu).
Ends, riguardano gli scopi che muovono i partecipanti all'evento, alcuni sono dichiarati, altri restano impliciti; vi pud anche essere una discrasia tra lo scopo perseguito (goal) e il risultato effettivamente raggiunto (outcome), come nel caso del commesso che insiste col cliente al fine di fargli acquistare il libro e che ottiene invece il risultato di irritarlo.
Act sequences, sono le sequenze di atti che i partecipanti compiono per raggiungere gli scopi che si prefiggono; l'evento pud anche consistere di un solo atto linguistico, ma solitamente ne comprende diversi: in libreria, il cliente saluta, chiede informazioni sul libro, ringrazia ecc.
Key. e la chiave interpretativa del messaggio (spesso inferibile dai codici non verbali), che ci comunica ad esempio il senso ironico del Troppo gentile! di un cliente che cerca di difendersi da un commesso insistente.
Instrumentalities, sono i canali di comunicazione, ma in questa categoria sono anche comprese le diverse forme di parlata (forms of speech) che si possono usare, a seconda delle situazioni
Norms, sono le norme dell'interazione, che riguardano sia la produzione che l'interpretazione dei messaggi; anche negli interscambi piu informali si rispettano norme (non interrompere l'altro, non sovrapporsi...). Queste possono variare nelle diverse culture, creando spesso problemi di comunicazione.
Genres, un genere e un'unita di discorso riconoscibile per particolari caratteristiche formali e contenutistiche; molti sono i generi comunicativi a cui si pud ricorrere in un evento linguistico: gli incontri di servizio possono svolgersi anche attraverso telefonate o e-mail; inoltre, nel corso di un interscambio canonico tra commesso e cliente si pud utilizzare un diverso genere, per raccontare ad esempio un aneddoto.
Dalle intuizioni di Hymes sono derivati in ambito glottodidattico vari modelli che analizzano e descrivono le componenti della competenza comunicativa con lo scopo di costituire schemi di riflessione, e che costituiscono confronto e guida per chi si occupa di definire obiettivi, scegliere percorsi didattici, individuare criteri di valutazione nell'ambito dell'insegnamento della L2.
Canale e Swain (1980) riconoscono tre componenti della competenza comunicativa: la competenza linguistica, sociolinguistica e strategica. Successivamente) Canale (1983) ne aggiunge una quarta: la competenza discorsiva. Lo scopo di questi autori era di elaborare uno schema teorico che servisse poi all'impostazione del curriculum e alla valutazione dei programmi per l'insegnamento della L2. In seguito, spiego la natura di ciascuna di queste componenti.
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- Il modello di Canale e Swain (1980) e Canale (1983).
1.3.1 La competenza linguistica (o grammaticale).
In senso stretto, per come il termine e stato usato da Chomsky e dalla maggior parte degli altri linguisti, con 'competenza linguistica' si intende quella parte delle conoscenze linguistiche di un parlante con cui abbiamo maggiore familiarita. Si intende, cioe quelle conoscenze e capacita che presiedono alla correttezza grammaticale, che e stata al centro dello studio della L2 per secoli.
Questa dimensione della lingua e tradizionalmente illustrata nelle grammatiche descrittive di vario genere, come sostiene Savignon: "Le grammatiche tradizionali, che forniscono le regole di uso (usage) proprio della lingua scritta, si fondano sulle classi di parole o categorie di significato stabilito per il greco e il latino classici. La grammatica strutturale si e concentrata sulla lingua parlata e fornisce un'analisi delle forme superficiali osservabili e dei loro modelli di distribuzioni. La grammatica generativo-trasformazionale si occupa della relazione esistente tra l'interpretazione grammaticale delle frasi e la struttura superficiale come mezzo per scoprire le categorie universali della grammatica e la natura dei processi cognitivi umani in genera/i. " (Savignon, 1988: 38).
Sebbene le definizioni differiscono, in ciascun caso la meta e un'adeguata descrizione dei tratti formali a livello di frase della lingua. Una grammatica particolare, infatti, rappresenta un tentativo di descrivere come gli elementi della lingua si combinino in maniera sistematica. Il decidere se o no una particolare struttura esiste o e possibile si basa sulla frequenza con cui queste strutture si presentano nel parlare e nello scrivere dei parlanti nativi, in realta sulle intuizioni dei parlanti nativi con lunga pratica nell'uso della lingua. Questi dati e queste valutazioni poi forniscono al linguista la base per formulare una regola. Naturalmente, nessuna grammatica esistente e completa, poiche il comportamento linguistico e complesso e finora ha eluso una sistemazione soddisfacente.
La relazione tra qualsiasi grammatica descrittiva e l'apprendimento linguistico e, tuttavia, un'altra cosa. Gli utenti esperti della lingua possono fornire ai linguisti a dati di cui questi hanno bisogno per formulare le regole linguistiche. Tuttavia gli stessi parlanti nativi nella maggior parte dei casi non sarebbero in grado di formulare essi stessi tali regole. Nessuno di loro ha imparato ad usare la lingua imparando prima le regole. Infatti, le regole sono cosi complesse che neanche il linguista che le ha formulate potrebbe ricordarle tutte. I linguisti stessi sono stati tra coloro che piu apertamente hanno criticato i tentativi di applicare la descrizione linguistica all'insegnamento della seconda lingua. A questo riguardo, le osservazioni fatte da Chomsky durante la Northeast Conference del 1966 sull'insegnamento delle lingue straniere sono importanti: "Vorrei chiarire fin dall'inizio che partecipo a questo convegno non in qualita di esperto su aspetti dell'insegnamento delle lingue, bensi come qualcuno che si interessa soprattutto delle strutture della lingua e, piu in generale, della natura dei processi cognitivi. Inoltre, francamente sono piuttosto scettico circa l'importanza, per l'insegnamento delle lingue, di quelle intuizioni e conoscenze che si sono raggiunte nella linguistica e nella psicologia. Sicuramente l'insegnante di lingue farebbe bene a tenersi informato dei progressi e delle discussioni in questi campi e gli sforzi di linguisti e psicologi per affrontare i problemi dell'insegnamento delle lingue basandosi su principi sono estremamente meritevoli sia da un punto di vista intellettuale che sociale. T uttavia e difficile credere che la linguistica o la psicologia abbiano raggiunti livelli di conoscenze teoriche tali da permettere loro di sostenere una "tecnologia" dell'insegnamento delle lingue'' (Chomsky 1966:43).
Diventa importante, quindi, stabilire che vi e una differenza tra la conoscenza del sistema grammaticale di una lingua e le sue regole e la capacita di applicarle. La competenza grammaticale, dunque, e "la padronanza del codice linguistico, l'abilita di riconoscere i tratti lessicali, morfologici, sintattici e fonologici di una lingua e di manipolare questi tratti per formare parole e frasi. La competenza grammaticale non e collegata a nessuna singola teoria della grammatica, ne presuppone l'abilita di rendere esplicite le regole dell'uso (usage). Una persona dimostra competenza grammaticale usando una regola, non enunciandola'' (Savignon 1998: 57).
1.3.2 La Competenza sociolinguistica:
La competenza grammaticale e stata dominio degli studi linguistici propriamente detti, mentre la competenza sociolinguistica e "un campo interdisciplinare di indagine che riguarda le regole sociali dell'uso linguistico. In particolare, la competenza sociolinguistica richiede la comprensione del contesto sociale in cui la lingua e usata: i ruoli dei partecipanti, le informazioni che essi condividono e le funzioni dell'interazione '' (Savignon, 1988). Soltanto tenendo conto del contesto completo in cui i parlanti interagiscono si possono esprimere dei giudizi sull'appropriatezza di un particolare enunciato nei termini elaborati da Hymes. I parlanti nativi conoscono le regole socioculturali dell'appropriatezza e le usano per comunicare con successo in diverse situazioni. Una delle mete dell'analisi interculturale e di rendere esplicite le regole di una cultura e in tal modo aiutare i non nativi a capire e ad adattarsi piu facilmente ai modelli con cui non hanno familiarita.
I giudizi di appropriatezza comportano non solo sapere che cosa dire in una certa situazione e come dirlo, ma anche quando rimanere zitti. O, in effetti, quando sembrare incompetenti. Dunque, lo scambio linguistico avviene non nel vuoto ma in situazioni di comunicazioni per le quali non basta il solo criterio della grammaticalita per la verifica degli enunciati prodotti o ricevuti. Condurremo una rapida verifica dell'asserzione esaminando la realita fenomenologica dello scambio in base ad alcuni principi della sociolinguistica.
Uno stesso contenuto pud essere formulato diversamente facendo ricorso, a seconda della situazione, a differente varieta della lingua. Ad esempio:
I. Soddisfatti?
II. Graderei sapere se siete soddisfatt?
E evidente che con amici si usera preferibilmente la prima formula, mentre con ospiti di riguardo non si dovra usare la prima ma si potra usare la seconda. La sociolinguistica insegna che il parlante ha a sua disposizione un vasto spettro di usi (repertorio verbaid) che corrispondono ad altrettante varieta di
lingua. Riferendoci alla lingua italiana potremmo introdurre una
schematizzazione del tipo:
Ia = italiano aulico/ricercato,
If = italiano parlato formale,
Ic = italiano colloquiale informale.
Sara la situazione in cui avviene lo scambio ad imporre come piu conveniente l'uso della varieta Ia, If o Ic, o anche il passaggio, a seconda dello stato d'animo dei locutori oppure della dinamica della situazione, da una varieta ad un'altra. '' (Freddi, 1993:26-27). Osservato che la stratificazione delle varieta linguistiche ripete all'origine la stratificazione sociale degli utenti della lingua, si rende necessario approfondire il concetto di situazione. In uno studio ormai classico J. A. Fishman distingue nella situazione tre elementi costitutivi:
a) Relazione di ruolo (Padre/figlio, insegnante/allievo, superiore/inferiore, guardia/ladro, amico/amica, ecc.);
b) Un luogo specifico (in casa, in classe, in ufficio, in prigione, ecc.);
c) Un momento specifico, funzionale tanto al punto a), quanto al punto b).
La situazione pud dirsi congruente, cioe coerente, allorche gli individui interagiscono fra di loro in appropriate relazioni di ruolo, parlando in luoghi e di argomenti appropriati a teli relazioni dal punto di vista della accettabilita sociale (Fishman 1975: 65 -117). La congruenza della situazione rimanda cosi alla necessita della appropriatezza linguistica, cioe della scelta funzionale delle varieta di lingua adatte alla situazione e alla sua dinamica, il che viene a sottolineare l'angustia e l'insufficienza, agli effetti della comunicazione, del criterio della grammaticalita pura degli enunciati linguistici proposta da Chomsky.
1.3.3 La competenza discorsiva:
La competenza discorsiva " si occupa non dell'interpretazione di frasi isolate ma della concatenazione di una serie di frasi o enunciati tale da formare un tutto significativo'' (Savignon, 1988). Al pari della competenza sociolinguistica, essa e oggetto di indagine interdisciplinare. La teoria e l'analisi del discorso richiamano molte discipline; per esempio, la linguistica, la critica letteraria, la psicologia, la sociologia, la filosofia, l'antropologia, i mezzi di comunicazione tramite stampa o trasmissione.
Riconoscere il tema o l'argomento di un paragrafo, di un capitolo, o di un libro, cogliere l'essenza di una conversazione telefonica, di una poesia, di un annuncio pubblicitario televisivo, di un promemoria per l'ufficio, di una ricetta, o di un documento legale sono attivita che richiedono competenza discorsiva. I modelli di organizzazione del discorso differiscono, in relazione con la natura del testo e del contesto in cui esso si manifesta. Tuttavia i modelli effettivamente esistono e rivestono un importante ruolo nell'interpretazione ed espressione del significato, un significato globale che e sempre maggiore della somma degli enunciati o delle frasi individuali che formano un testo. Con grammatica discorsiva (Morgan, 1981) si fa riferimento talvolta a una descrizione delle varie strutture che stanno alla base del discorso.
Cio che fa di una lista di frasi un discorso sono le connessioni, spesso non esplicite, che esistono tra le frasi. Vale a dire, puo darsi che non ci sia una paiese espressione di un legame tra una proposizione e l'altra. Basandosi sulla conoscenza generale del mondo reale, come pure sulla familiarita con un particolare contesto un lettore/ascoltatore inferisce il significato.
Il significato di un testo dipende dai vaiori, dalle intenzioni, e dagli scopi sia del lettore/ascoltatore, sia dello scrivente/parlante. Gli esempi seguenti illustrano il ruolo dell'inferenza nell'interpretazione del discorso:
1. Chico improvvisamente si volto e si mise correre perche vide un poliziotto venire lungo la strada.
2. Chico vide un poliziotto venire lungo la strada. Improvvisamente si volto e si mise a correre. (Savignon, 1988).
Nell'esempio di periodo (1), la relazione tra le due proposizioni, Chico improvvisamente si volto e si mise a correre e vide un poliziotto, e esplicita. La nostra conoscenza della grammatica e del significato convenzionale della parola perche ci fa mettere in relazione le due parte del periodo. Nell'esempio di discorso (2), la competenza grammatica da sola non fornire il significato. L'interpretazione richiede la capacita di fare una sensata inferenza delta situazione. Potremmo anche interpretare il discorso nel senso Chico si volto e si mise a correre perche vide un poliziotto venire lungo la strada. Ma per fare cio e necessario che facciamo certe supposizione su Chico, un poliziotto, ia strada, ecc., ossia, creiamo uno scenario nella nostra mente. Inoltre, la nostra interpretazione potrebbe facilmente essere invalidata da fattori contestuali di cui non siamo a conoscenza. Per esempio, l'evento che coinvolge Chico e il poliziotto potrebbe concludersi cosi:
Chico vide un poliziotto venire lungo la strada. Improvvisamente si volto e si mise a correre. L'autobus della quinta strada gli era appena passato accanto proseguendo la sua corsa ed egli avrebbe fatto di nuovo tardi a scuola! Non c'era tempo di chiedere di Pedro. Forse l'indomani.
La relazione di tutte le frasi o enunciati di un testo rispetto a una singola proposizione globale e definita coerenza testuale. La costituzione di un significato globaleo argomento per un brano, una conversazione, un libro ecc. interi e parte integrante sia dell'espressione sia del l'interpretazione e rende possibile la comprensione delle frasi o enunciati individuali inclusi in un testo.
Connessioni locali o legami strutturali tra frasi individuali forniscono invece cio che viene talvolta indicato con il termine coesione, una specie particolare di coerenza. Alcuni esempi degli accorgimenti formali coesivi usati per connettere il linguaggio con se stesso sono i pronomi, le congiunzioni, i sinonimi, le ellissi, i paragoni e le strutture parallele. L'identificazione di Halliday e Hasan (1976) dei vari accorgimenti coesivi usati in inglese e ben nota ed ha comunicato ad influire sia nell'analisi testuale sia nei materiali per I'insegnamento e la verifica dell'inglese come seconda lingua.
Lo studio di Kaplan (1966) della retorica contrastiva e un esempio dell'analisi discorsiva applicata all'organizzazione dei paragrafi in lingue diverse. I suoi familiari diagrammi illustrano quelli che egli considera essere i modelli dominanti del discorso scritto formale nei maggiori gruppi linguistici. Questi diagrammi cercano di descrivere come sono strutturati i modelli di pensiero nello stile scritto formale. Il loro intento e di segnalare le differenze nello stile organizzativo e di aiutare i discenti nell'interpretazione e nella costruzione di testi di L2. In verita, come osserva Savignon, i modelli proposti possono essi stessi riflettere un pregiudizio culturale in quanto la costruzione dei paragrafi in inglese e rappresentata da un linea retta dalla quale gli altri modelli sembrano divagare. Tuttavia, questi diagrammi costituiscono un tentativo importante di trattare del significato oltre la struttura a livello di frase.
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- Patterns of Written Discourse (Kaplan, 1966:14).
Riassumendo, La competenza discorsiva e la capacita di interpretare una serie di frasi o enunciati in modo da formare un insieme significativo e di realizzare testi coerenti che siano pertinenti rispetto a un dato contesto. Il successo in entrambi i casi dipende dalle conoscenze condivise dallo scrivente/parlante e del lettore/ascoltatore, la conoscenza del mondo reale, la conoscenza del codice linguistico, la conoscenza della struttura del discorso e la conoscenza della situazione sociale.
1.3.4 La competenza strategica:
Non esiste un parlante/ascoltatore ideale di una lingua, una persona che conosca perfettamente la lingua e la usi in modo appropriato in tutte le interazioni sociali. Nessuno di noi sa tutto quello che c'e da sapere del francese o del giapponese o dello spagnolo o dell'inglese. Facciamo l'uso migliore di quanto effettivamente sappiamo, dei contesti di cui abbiamo fatto una esperienza, per trasmettere il nostro messaggio. La competenza comunicativa, nella nostra lingua nativa o nella seconda lingua, e relatva. "Le strategie che si usano per compensare la conoscenza imperfetta della lingua o i fattori limitativi che intervengono nella loro applicazione come la stanchezza, la distrazione e la disattenzione si possono definire competenza strategica, il quarto componente della competenza comunicativa nello schema di Canale'' (Savignon, 1988). Esso e analogo alla necessita di strategie reattve o di soprawivenza identificate in Savignon (1972b). Che cosa si fa quando non viene in mente una parola? Quali sono i modi per tenere aperti i canali della comunicazione mentre ci si sofferma per raccogliere i propri pensieri? Come si fa capire al proprio interlocutore che non si e compresa una particolare parola? O che lui/lei parlava troppo velocemente? A propria volta, come si reagisce quando il proprio messaggio e frainteso? I parlanti nativi adulti abitualmente affrontano una varieta di fattori che, se non sono presi in considerazione, possono portare al fallimento della comunicazione. Le strategie che usiamo per sostenere la comunicazione includono la parafrasi, la circonlocuzione, la ripetizione, l'esitazione, l'evitare e il fare ipotesi, come pure i cambiamenti di registro o di stile. Savignon nel suo libro Communicative competence: theory and classroom practice (metta nota con riferimento bibliografico completo o anno di pubblicazione soltanto) ha presentato alcuni esempi citati da (Savignon 1988), che illustrano l'importanza della competenza strategica: Marito e moglie tornavano a casa da un giro per i negozi ed entrando nel garage passarono accanto ad un gruppo di bambini del vicinato che giocavano sul prato. La moglie, avendo notato un bambino a cui non parlava da un po' di tempo, casualmente ha chiesto il marito, "Chissa quanti anni ha Davie? ''. Al che il marito rispose "Non lo so. Glielo chiedero"
MARITO: (Gridando dal garage) How old are you, Davie?
DAVIE: Fine. (Ha capito "How are you? '', ossia "come stai? '' C'e somiglianza fonetica tra le due domande).
MARITO: Five? (Gli sembra di aver capito "Five" ossia "cinque" per la somiglianza fonetica con "Fine", ma soprattutto perche risposta pertinente alla sua domanda).
MARITO: Fine. (E ancora convinto che la domanda iniziale sia "Come stai? '' e alla confermare equivoca anche lui sulla somiglianza fonetica di "fine" e "five").
MARITO: How old are you? (Riformula la domanda piu distintamente).
DAVIE: Six. (L'equivoco e chiarito).
"CENTRALINISTA: C'e una telefonata a carico del destinatario da parte di Sandra. Accetta l'addebito?
CATHERINA: Mi dispiace. Lei non c'e ora.
CENTRALINISTA: (Modificando atteggiamento di fronte alla voce della bambina all'altro capo della fila). E da parte di Sandra, L'accetti?
CATHERINA: Oh ... Si.
I parlanti usano strategie per far fronte ai limiti del loro sapere o alle restrizioni nell'uso di quel sapere in una particolare situazione. Questa abilita di comunicare pur in presenza restrizioni include percio l'abilita di adattare le proprie strategie comunicative in relazione a una varieta di condizioni interpersonali mutevoli e spesso inattese. La riformulazione, la ripetizione, il rilievo, la ricerca di chiarimenti, la circonlocuzione, l'evitare (parole, strutture, argomenti), e perfino il modificare il messaggio, sono tra le strategie che noi usiamo per rispondere alle esigenze della comunicazione in corso.
1.4 II modello di Bachman e Palmer
L.F. Bachman e A. Palmer ampliano e approfondiscono il concetto di competenza comunicativa di Hymes, proponendo il nuovo concetto di abiiita iinguistico-comunicativa. Lo schema di Bachman (1990) evidenzia che chi utilizza una lingua possiede un insieme di conoscenze del mondo e di competenza linguistiche a cui 'attinge' per formulare i suoi messaggi, ricorrendo, nello stesso tempo, alla competenza strategica per valutare le variabili della situazione comunicativa e adeguare ad esso il proprio intervento. Il locutore si serve poi di meccanismi psicofisici per realizzare fisicamente il suo messaggio. In altre parole, le componenti dell'abilita linguistico- comunicativa, tutte fra loro interagenti, sono:
- "La conoscenza del mondo costituita da cio che conosciamo e di cui abbiamo avuto esperienza nella realta intorno a noi: il 'sapere', saper essere', saper fare, 'saper apprendere';
- La competenza linguistica: la conoscenza formale della lingua che trova applicazione nella comunicazione;
- La competenza strategica: una serie di strategie, derivanti ad esempio dal la conoscenza e consapevolezza del contesto, che permette al locutore di applicare le competenze generali e quelle linguistico- comunicative all'interazione a cui prende parte in un preciso contesto di comunicazione. Chi usa la lingua ricorre infatti alla propria competenza strategica per decidere come interagir, in base alla competenze a sua disposizione (ad esempio la conoscenza del lessico e delle strutture della lingua, le conoscenze dell'argomento che si sta trattando), i rapporti sociali intrattenuti con l'interlocutore, il contesto in cui si svolge la comunicazione ecc. Mentre le strutture di conoscenza e la competenza linguistica sono insiemi di conoscenze, la competenza strategica e costituita invece da strategie, cioe capacita di applicare le conoscenze al particolare contesto comunicativo;
I meccanismi psicofisici: i processi neurologici e psicologici coinvolti nella realizzazione della comunicazione linguistica come fenomeno fisico"6
Due sono quindi i concetti fondamentali su cui basa il modello:
1- L'abilita linguistico-comunicativa e formata da conoscenze o competenze (generali e linguistiche) e capacita applicare tali conoscenze o competenze in reali situazioni comunicative
2- L'uso di una lingua e processo dinamico, frutto dell'incontro fra conoscenze (o competenze) e capacita di chi usa la lingua e le variabili che intervengono della situazione comunicativa.
Il concetto di abilita linguistico-comunicativa e molto complesso, come dimostra anche l'ampio dibattito al riguardo, i numerosi modelli proposti e la conseguente terminologia non sempre univoca. Ad esempio, Bachman adotta la dicitura 'abilita linguistico-comunicativa' per descrivere la capacita d'uso della lingua nel contesto, evitando volutamente di servirsi, a questo livello genere le di descrizione, della parola 'competenza'. Competenza, per lo studioso, equivale infatti a 'conoscenza' e copre solo una parte del complesso dell'abilita linguistica-comunicativa. La competenza linguistica viene distinta da Bachman in ulteriori componenti: la competenza organizzativa e la competenza pragmatica.
In particolare, la competenza organizzativa riguarda quelle abilita che controllano la struttura formale della lingua per produrre enunciati grammaticalmente corretti, per capire il contenuto di espressioni linguistiche e per organizzare gli enunciati in testi. Comprende quindi a sua volta due tipi di competenze.
1- La competenza grammatical, costituita da competenze che governano la scelta di vocaboli per esprimere significati specifici, le loro forme, la loro organizzazione in enunciati e la loro realizzazione fisica, cioe suoni o simboli scritti.
2- La competenza testuaie, costituita dalla conoscenza delle convenzioni che permettono di collegare fra loro gli enunciati per formare un testo, parlato o scritto. Questo convenzioni includono sia la coesione, cioe la segnalazione dei rapporti semantici fra le parole (per esempio: la referenza, l'ellissi, la congiunzione, la coesione lessicale ecc.), sia l''organizzazione retorica che governa l'ordine di presentazione delle nuove informazioni rispetto a quelle gia date. Quesfultima ha uno stretto legame con l'effetto che il testo produce sull'utente della lingua. La narrazione, la descrizione, il confronto, la classificazione, l'analisi di un processo sono esempi di tipi di testo che seguono precise convenzioni di organizzazione retorica.
Infine, la competenza pragmatica si riferisce alla relazione fra enunciati e gli atti o funzioni che gli interlocutori intendono realizzare producendo quei determinati enunciati e alle condizioni che rendono un enunciato appropriato alla situazione. (Bachman 1990: 89). " Include due sottocomponenti:
1- La competenza illocutoria riguarda la capacita d'uso del discorso orale e scritto per esprimere una particolare funzione, cioe un particolare scopo o intenzione comunicativa. E quindi in gioco la conoscenza delle convenzioni pragmatiche in modo le quali si producono enunciati per esprimere in modo efficace, cioe con la giusta forza illocutoria, l'intenzione che si vuole comunicare. Riguarda anche la capacita di interpretare in modo corretto la forza illocutoria degli enunciati prodotti da altri. Il concetto di competenza illocutoria si basa sulla teoria degli atti linguistici, in particolare sulla contestazione che non esiste un corrispondenza diretta e rigida fra forma grammaticale e funzione. La competenza illocutoria include la conoscenza di quattro categorie di funzioni linguistiche: ideazionale, manipolativa, strumentale e immaginativa.
2- La competenza sociolinguistica riguarda il controllo delle convenzioni d'uso della lingua e cioe la sensibilita alle differenze dialettali e alle differenza di registro, la sensibilita alla 'naturalezza' del messaggio (quanto cioe enunciato risulti simile a quello di un locutore madrelingua), la capacita di interpretare i riferimenti culturali e di comprendere le figure retoriche, che hanno origine nelle radici della cultura di una societa e quindi fanno parte della competenza sociolinguistica e non di quella grammatical."7
Abbildung in dieser Leseprobe nicht enthalten
- Schema illustra le componenti dela competenza linguistca secondo Bachman (1990).
1.5 II modello di Balboni:
P.E. Balboni (1999a) delinea un modello di competenza comunicativa definendola, in termini pratici, "cio che una persona deve possedere e padroneggiare per poter comunicare'' (numero di pagina). Qui Balboni preferisce adottare il modello esemplificato tra gli altri da Widdowson (1989)
[...]
1 AA.VV, 2003, ''Grammatica Insegnarla e impararla", Guerra edizione, Perugia.P.235
2 Paola Desideri, ''Modulo8, Competenza linguistica e competenza comunicativa; aspetti della pragmatica; atti linguistic', Universita degli studi “G.D'Annunzio", PDF.
3 Negli scritti piu recenti di Chomsky la distinzione fra competenza e esecuzione e riformulata mediante la distinzione fra cio cheegli chiama ''Lingua interna'' (I-language) e ''Lingua esterna'' (E- language) (Chomsky 1986; cfr.par.3.5.1).
4 L'etnografia della comunicazione individua un campo di ricerca interdisciplinare che ha come oggetto principale l'analisi della comunicazione verbale dal punto di vista degli atti, degli eventi e degli stili linguistici in cui essa si realizza.
5 D. Hymes, Fondamenti di sociolinguistica. Un approccio etnografico (1974), pres. di G.
Berruto, Zanichelli, Bologna, 1980, p.8.
6 AA.VV. ''Metodi in classe per insegnare la lingua straniera: Teorie applicazioni materiali ", 2006, LED Edizioni Universitarie, P. 445.
7 AA.VV. ''Metodi in classe per insegnare la lingua straniera: Teorie applicazioni materiali ", 2006, LED Edizioni Universitarie, pp. 447-448.
- Citation du texte
- Abdelsalam Shanshob (Auteur), 2017, Tecniche per lo sviluppo delle quattro abilità linguistiche. Didattica della lingua italiana come L2, Munich, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/417464
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