Si può discutere, con qualche pretesa di semplicità, delle premesse di un paradigma di diversità nel campo letterario ottocentesco? La risposta non è facile, perché a tale desiderio si oppongono numerose difficoltà di tipo ideologico (la diversità intesa come valore vs. l’approccio perfezionistico, che rifiuta la diversità) e soprattutto pratico: bisogna infatti chiedersi che senso abbia parlare di diversità quando la chiostra dei personaggi è comunque costruita, nel racconto moderno, attraverso un tessuto di contrapposizioni bene/male. La diversità, in questo contesto, è rappresentata dalla deformità: e tuttavia, non una deformità qualsiasi, non una differenza che sia quasi invisibile all’occhio umano o una modificazione di tipo psicologico che renda mostruoso il comportamento di chi la possiede. Qualcuno ha detto che la ragione genera mostri, ma quale peggior mostro di chi la rifiuta o di chi si pone, verso di essa, con un atteggiamento di finta compassione (laddove per tale si intende anche una compassione tradotta a livello squisitamente politico)? Si è dunque deciso, in questa sede, di tentare un primo approccio alla problematica, attraverso una comparazione diacronica tra un numero limitato di elementi, che tenga conto di un duplice approccio cronotopico. Da un lato, il modello della diversità così come è rappresentato in un autore collaterale della letteratura italiana dell’Ottocento (Salgari); dall’altro, un solo ma robusto esempio tratto dalla memorialistica inglese all’inizio del secolo XX.
Inhaltsverzeichnis
- Capitolo I. Premesse e comparazioni
- Capitolo II. Il fakiro multiforme e la bella addormentata
- Capitolo III. L'elefantiasi degli autori moderni (e post... )
- Capitolo IV. Un rituale di fine e una violazione d'inizio
Zielsetzung und Themenschwerpunkte
Il testo si propone di analizzare il concetto di deformità e la sua rappresentazione nella cultura europea tra il XIX e il XX secolo, esplorando come il diverso è stato accettato o rifiutato, spesso in modo falso e distorto.
- La diversità intesa come valore vs. l'approccio perfezionistico
- La rappresentazione della deformità nella letteratura
- La posizione della medicina ottocentesca di fronte alle mostruosità
- L'influenza della cultura e dell'ideologia sul modo di percepire la deformità
- L'analisi di casi specifici di deformità e il loro trattamento
Zusammenfassung der Kapitel
- Capitolo I. Premesse e comparazioni: Questo capitolo introduce il tema principale del testo, ovvero la diversità nel campo letterario ottocentesco e le difficoltà di definire un paradigma di diversità in un contesto dominato da dicotomie come bene/male. L'analisi si concentra sulla rappresentazione della deformità e sul modo in cui essa è stata interpretata nel XIX secolo. Il capitolo presenta anche le diverse posizioni di medici e studiosi dell'epoca rispetto al concetto di mostruosità.
- Capitolo II. Il fakiro multiforme e la bella addormentata: Questo capitolo approfondisce il tema della deformità attraverso l'analisi di specifici casi letterari. Il capitolo esplora come la letteratura ottocentesca abbia utilizzato la figura del "fakiro multiforme" e della "bella addormentata" per rappresentare la diversità e l'alterità.
- Capitolo III. L'elefantiasi degli autori moderni (e post... ): Questo capitolo si concentra sulla rappresentazione della deformità nella letteratura moderna e postmoderna. Il capitolo analizza come l'elefantiasi, come metafora di malattia e deformità, è stata utilizzata da autori contemporanei per esplorare temi come la fragilità umana, l'alienazione sociale e il rapporto tra corpo e società.
Schlüsselwörter
Deformità, mostruosità, diversità, letteratura, medicina ottocentesca, cultura europea, alterità, accettazione, rifiuto, rappresentazione, falso, analisi, casi specifici.
- Quote paper
- Giorgio Pannunzio (Author), 2015, Il mostro e la folla. Qualche esempio di deformità e falsa accettazione nella cultura europea tra ‘800 e ‘900, Munich, GRIN Verlag, https://www.grin.com/document/303609